Marijuana su Prescrizione: quando la cannabis è terapeutica

La cannabis terapeutica, spesso nota come cannabis ad uso terapeutico, si riferisce a una varietà di ceppi di cannabis che vengono utilizzati per trattare vari disturbi cronici utilizzando tutte le proprietà positive della canapa: I farmaci galenici a base di cannabis sono sempre più utilizzati nella terapia del dolore, consentendo ai pazienti di trovare sollievo all’interno di un quadro terapeutico che, ovviamente, include altri strumenti farmacologici.

 

Come ci si potrebbe aspettare, la cannabis terapeutica nasce dalla lavorazione di piante di cannabis coltivate e sviluppate secondo le migliori pratiche internazionali, al fine di fornire a medici e pazienti un prodotto finale di altissima qualità. Ma quali sono le peculiarità?

 

Che cos’è esattamente la cannabis medica?

Iniziamo ricordando che la cannabis terapeutica è un tipo specifico di cannabis derivata dalla pianta femminile di canapa indiana, una cannabis sativa le cui infiorescenze contengono percentuali di THC e CBD benefiche per l’organismo.

 

Per quanto è possibile dedurre, non ci riferiamo alle varietà di canapa light acquistabili su siti come CBD Therapy Delivery per esempio, ma a una varietà il cui uso è severamente vietato dalla legge.

 

Cosa dice la legge sulla cannabis terapeutica in Italia

In Italia, gli unici prodotti a base di cannabis terapeutica utilizzabili per le preparazioni galeniche sono quelli prodotti nello stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze e quelli importati da strutture autorizzate dal Ministero della Salute, in particolare per soddisfare la crescente richiesta di questo prodotto da parte del sistema sanitario nazionale.

 

Ricordiamo come, a seguito di molteplici ricerche positive sul CBD e sul sistema immunitario, la cannabis sia utilizzata a scopo terapeutico in Italia dal 2006, con modalità di prescrizione e di ingestione specifiche e accettabili.

 

In particolare, ogni medico può scegliere di prescrivere la cannabis terapeutica al proprio paziente sotto la propria responsabilità per alleviare i sintomi in circostanze in cui i trattamenti tradizionali non sono stati sufficientemente efficaci o non sono stati tollerati dal paziente.

 

In sintesi, da diversi anni i medici italiani possono prescrivere farmaci galenici contenenti composti attivi vegetali a base di cannabis terapeutica, purché siano realizzati in specifiche strutture individuate dalla normativa.

 

Inoltre, il medico deve ottenere il consenso del paziente al trattamento, indicando quali sono le esigenze specifiche che giustificano l’uso di questa prescrizione terapeutica consentita.

 

L’uso della cannabis terapeutica

Per quanto riguarda il meccanismo di somministrazione della cannabis terapeutica, un decreto ministeriale specifica due opzioni.

 

Il primo metodo consiste nell’assumere la preparazione galenica per decozione, che prevede l’immersione in acqua bollente per 10-15 minuti. Il decotto ottenuto può essere filtrato prima della somministrazione.

 

Il secondo metodo è la vaporizzazione, che viene inalata. In questo caso, il preparato viene introdotto da un dispositivo elettronico simile a quello utilizzato per l’aerosol: riscaldandosi, il dispositivo genera una quantità di vapore che viene inalata dal paziente attraverso una particolare maschera.

 

Naturalmente, i dosaggi e le modalità di somministrazione variano a seconda di quanto specificato nel piano di trattamento creato dal medico prescrittore.

 

Infine, per quanto riguarda le malattie per le quali la cannabis terapeutica può essere prescritta, esistono diversi scenari in cui questo farmaco può essere impiegato. Si pensi al controllo del vomito, della nausea e della fame nei pazienti sottoposti a cicli di chemio e radioterapia, così come al controllo degli spasmi muscolari nelle persone affette da sclerosi multipla.

 

 

 

Di Patrick